David Burley e la scomparsa delle tenebre

Le recenti vicissitudini dell’industria fotografica, principalmente legate alle sorti della Kodak, da sempre uno dei principali punti di riferimento nella produzione di pellicole, portano ad interrogarsi sulla trasformazione in chiave digitale della fotografia contemporanea.

Robert Burley ha raccolto in un libro (Disappearance of Darkness 2012) un lungo viaggio ai confini di questa trasformazione, quel periodo storico testimone del costante crollo delle grandi multinazionali, di quei colossi che nel corso del novecento hanno accompagnato la storia della fotografia, dell’informazione, della diffusione artistica e giornalistica. Le fotografie di Burley sono un reportage lungo e costante, la testimonianza concreta della fine di un epoca e di quello che ha socialmente rappresentato.

Le immagini, spesso scattate di nascosto, sono surreali e “decadenti”, drammatiche nella descrizione di come sia potuta cambiare, così rapidamente, la fisionomia di un impero industriale con tutte le sfumature, i significati e le conseguenze che questo ha portato nella vita delle persone, dei lavoratori, dei fotografi e degli operatori del settore.

L’autore ci offre una riflessione attenta sulle trasformazioni epocali: proprio attraverso la visione degli ambienti vuoti, delle fabbriche dismesse, dell’abbattimento delle strutture, dei piccoli (e oramai abbandonati) laboratori di provincia, possiamo comprendere la drammaticità che questo mutamento ha portato, a livello capillare, nel settore fotografico e, conseguentemente, in un’ampia fetta della società contemporanea.
La fine della pellicola come strumento di massa ha portato ad un ricambio strutturale e generazionale per tutti coloro che non sono stati in grado di stare al passo, frenetico, dell’evoluzione tecnologica. È doveroso tuttavia sottolineare come la fotografia analogica ricopra un ruolo, sicuramente mutato rispetto ad un tempo, importante per il mercato creativo e artistico contemporaneo dove rimane un punto di riferimento per un numero sempre maggiore di appassionati ed amatori.