Dean Dempsey

Uno sguardo sul contemporaneo e sulla fotografia marcatamente estrema è necessario in tempi dove le tematiche sociali hanno bisogno di nuove forme di espressione. La comunicazione è il mezzo per marcare dei valori che nella storia si sono evoluti diventando bandiere di un’epoca in cui ogni cosa sembra seppellita dalle contraddizioni. Il martirio degli ultimi, la società civile, la guerra, la famiglia sono temi e come tali diventano simboli del millennio e dei “mutevoli umori sociali”.

Il giovanissimo fotografo americano Dean Dempsey, classe ’86, crea immaginifici scenari surreali. Un uso dissacrante del corpo umano e del mezzo fotografico che rendono l’artista un complesso visionario.

Proprio all’interno delle immagini si intravedono le pieghe delle tradizioni della società americana. La contemporanea mancanza di riferimenti culturali rimarca la necessità da parte dell’autore di cercare nella novità sperimentale dell’estetica i valori della comunità. 

Il tema della patria, della famiglia, del lavoro, del dovere sembrano fatti a pezzi come le figure umane, avvolti nel pessimismo sistemico contemporaneo; ma proprio in questo pessimismo è possibile ritrovarli come protagonisti di un’idea, di una formazione culturale. In tempi dove ogni cosa sembra soccombere in crisi sociali ed economiche, la riscoperta di alcune tradizioni diventa la speranza ultima per il futuro. Questo concetto, condivisibile o meno, sembra alla base delle fotografie di Dempsey, rappresentazioni teatrali e incredibili della società americana.

Non sappiamo come evolverà il talento del fotografo. Sicuramente, oggi, siamo in grado di riconoscere un’originalità poetica, quello che manca nel miscuglio di pseudo artisti che la rete, in generale, sta producendo in questo periodo.