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Il mito di Dracula nell'arte e nella storia: le saghe sui vampiri, così antiche eppure co...
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Dracula e il mito del vampiro

Del 16/11/2012 di Lucia Conti - Dalla mitologia al cinema, una leggenda intramontabile

Protagonista del genere horror e della cultura gotica, il Vampiro nasce come mito e come leggenda migliaia di anni fa. Cenni sui vampiri si ritrovano presso i Persiani, gli Assiro-Babilonesi, i Greci e nella demonologia ebraica, ma è solo agli inizi del XVIII secolo e con il folkore dell'Europa dell'est e dei Balcani che il termine "vampiro" diviene popolare.

La superstizione che ne deriva causa spesso ondate di isteria collettiva, con esecuzioni sommarie di persone credute vampiri e una costante profanazione di tombe, nel tentativo di prevenire il "ritorno" dei defunti,mediante l'uso di paletti conficcati nel cuore o lo smembramento dei cadaveri. I morti vengono sepolti a volte con un limone in bocca, a volte con aghi di acciaio negli occhi, nel cuore o nelle dita dei piedi, a volte insieme ad oggetti acuminati messi a contatto con punti vitali, allo scopo di garantire una protezione nel caso di un eventuale risveglio e movimento del corpo nella bara.

Diffusissimi, inoltre, amuleti e oggetti apotropaici come aglio, biancospino, semi di canapa sul coperchio delle bare e quindi croci, specchi, rosari e acqua santa.

Durante il XVIII secolo e nonostante l'Illuminismo, si diffonde una vera e propria fobia collettiva, si registrano centinaia di avvistamenti di presunti vampiri, probabilmente dovuti alla malattia della rabbia o a sepolture premature, e due casi vengono addirittura ufficialmente verbalizzati. La questione diventa ufficiale e persino Maria Teresa d'Austria incarica il suo medico personale, Gerard van Swieten, di svolgere una seria indagine sul fenomeno. Van Swieten chiude definitivamente la questione dichiarando l'inesistenza dei vampiri e attribuendo alla credulità popolare la responsabilità della diffusione di quella che definisce una leggenda infondata. Si proibisce inoltre, per legge, la profanazione delle tombe e dei cadaveri, ma la cosa ovviamente non impedisce dicerie e superstizioni e, quindi, il perpetuarsi del mito.

Il romanzo "Il Vampiro", di John Polidori (1819), evoca per la prima volta la figura carismatica e sofisticata che influenzerà la letteratura di genere del XIX secolo, ma è con "Dracula" di Bram Stoker (1897), parzialmente ispirato dal controverso Vlad Tepes di Valacchia, che il Vampiro entra definitivamente a far parte dell'immaginario collettivo come "principe delle tenebre".

Sul piano psicoanalitico Ernest Jones e lo stesso Sigmund Freud riconducono l'ancestrale "terrore del Vampiro" alle ambivalenze che si ingenerano nel momento dell'elaborazione di un lutto. In base a questa teoria sul defunto possono essere proiettati sia il desiderio da parte di chi sopravvive di "trattenere in vita" la persona scomparsa, sia i lati negativi o sadici che possono connotare una relazione umana complessa recisa dalla morte.

Sul piano politico invece, Dracula è stato spesso visto come il simbolo dell'Ancient regime, della borghesia più rapace (come in "Nosferatu il principe della notte" di Herzog), dei finanzieri, dei banchieri e di tutte le oligarchie che nella filosofia politica (da Voltaire a Marx) sono state associate, in una prospettiva polemica, all'idea dello sfruttamento e quindi del prosciugamento delle risorse delle masse affamate.

Al cinema il tema ha subito un'evoluzione conforme al mutamento dei gusti e dell'estetica del pubblico. Molte tipologie di Vampiro si sono avvicendate nel corso dei decenni, dalla figura deforme e inquietante di Nosferatu nell'omonimo film di Murnau al Dracula di Tod Browning, dall'orrore onirico di "Vampyr" di Carl Theodor Dreyer al tormentato Louis di "Intervista col vampiro", dal celeberrimo "Dracula di Bram Stoker" di Francis Ford Coppola a "Van Helsing" di Stephen Sommers, costruito attorno al punto di vista del cacciatore di vampiri, per finire con la saga di "Twilight", che avvicina definitivamente il Vampiro ai teenagers facendolo diventare "uno di loro" e spogliandolo definitivamente dei suoi attributi più inquietanti.

Immortale nella leggenda e sullo schermo, Dracula è cresciuto e cambiato con noi.

Categorie: Arte e cultura

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