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Gabo che morì due volte
Del 06/01/2013 di Angela Fiore - Il triste destino di un maestro della letteratura
Carlos Fuentes ha definito Gabriel Garcìa Màrquez "lo scrittore in lingua spagnola più popolare e forse il migliore dai tempi Cervantes". Esponente principale di quello che oggi, principalmente grazie a lui, si chiama "realismo magico", Gabo - così è noto a generazioni di affezionati lettori - ha mescolato le storie della sua terra d'origine, la Colombia, con il mondo magico delle leggende e delle credenze popolari, facendo convivere la dimensione allegorica e soprannaturale con la concretezza della realtà.
E' ancora vivo, ma Màrquez ha avuto la sorte bizzarra di morire per ben due volte - cosa che sarebbe potuta accadere in molti suoi romanzi e racconti. Nel 1999 gli fu diagnosticato un cancro e nel 2000, il quotidiano peruviano La Repùblica, ne annunciò la morte imminente. Il giorno seguente molte testate pubblicarono un suo presunto poema di addio intitolato "La Marionetta". Dopo poco, fu lo stesso Màrquez a smentire tanto la criticità delle sue condizioni, quanto la paternità del discutibile poema dichiarando: «Quello che potrebbe uccidermi è che qualcuno creda che io abbia scritto una cosa così kitsch. È la sola cosa che mi preoccupa».
Sconfitto il cancro, Gabo ha continuato a scrivere, per poi soccombere, ancora vivo, alla seconda morte, forse la peggiore per uno scrittore dall'intelletto brillante e vivace come il suo: nel 2012 la famiglia e gli amici più cari hanno diffuso la notizia che il morbo di Alzheimer ha irrimediabilmente compromesso la memoria dell'artista, il quale, purtroppo, non potrà mai più tornare a scrivere.