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Era mio padre
Del 28/10/2013 di Marina Caruso - Lo spettacolo “Nel nome del padre” racconta la volontà di rivolta all’incubo degli omicidi di mafia.
Sono passati trent'anni da quel giorno. Pioveva, era il 1984 ed era Gennaio.
Claudio ha la stessa età che aveva suo padre proprio quel giorno, quando cinque pallottole per mano della mafia catanese lo colpirono, uccidendolo. Decide di scrivere una lettera e quella lettera diventa un libro intitolato "Nel nome del padre".
Claudio Fava è diventato padre a sua volta e decide adesso di ricavare da quello stesso testo una drammaturgia teatrale, che porterà in scena dal 29 Ottobre al 3 Novembre al Teatro della Cooperativa di Milano.
Non si interroga sui motivi che spinsero Cosa Nostra a mettere fine alla vita di suo padre, vuole invece capire cosa successe una volta che l'uomo fu seppellito, quando finalmente avrebbe dovuto trovare un pò di pace e invece indagini depistate, vittime indagate e giudici corrotti non fanno altro che ucciderlo una seconda volta, distruggendo a poco a poco la sua memoria, il suo ricordo.
Non è un tentativo di vendetta, ma piuttosto la volontà di esprimere un grande dolore, come solo quello che prova un figlio che sopravvive al proprio padre può essere, e una fortissima voglia di ribellione contro l'omertà che allontana verità e giustizia.
Fava vuole condividere la storia di suo padre con gli spettatori milanesi per far conoscere loro un mondo geograficamente lontano, accorciando così le distanze e narrando l'orrore degli episodi di omicidio per mafia e la disperazione che colpisce e accompagna per tutta la vita i parenti delle vittime.