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Se i robot potessero amare
Del 30/05/2013 di Marina Caruso - Uno spettacolo che indaga la solitudine, il bisogno di amore, l’essere come una nota sola in un intero spartito
Una stagione di successi non può che chiudere al meglio: è questo l’obbiettivo che insegue il PimOff di Milano scegliendo come ultimo spettacolo, in scena dal 7 al 10 Giugno, “Melodia per una nota sola”, rivisitazione di una pièce già proposta in una versione alternativa, con un nuovo impianto scenico e un finale nuovo, tutto da scoprire.
In un’ora, l’ultima produzione di Roberto Recchia racconta la storia di Nora, ingegnere nel campo della bio-robotica, donna ambiziosa che insegue con successo numerosi obbiettivi professionali, ma che in realtà vive un’esistenza vuota, senza affetti, solitaria.
Nora cerca di colmare la sua fame d’amore progettando e costruendo macchine e automi che la completino, quest’opera teatrale è infatti un dramma a tutti gli effetti, che riflette sulla tecnologia spinta al limite della fantascienza, dove la protagonista intraprende una sfida cercando di rendere reale un’utopia: fare di un robot l’uomo perfetto.
A cosa porterà però tutto questo? Possono le macchine sostituire gli uomini? Il sogno di Nora si trasformerà infine in un incubo? Su questo si interroga il racconto ideato da Maria Pietroleonardo con la collaborazione di Magdalena Barile, domande che il mondo dell’arte e in particolare della letteratura si è posto per tutto il Novecento, basti pensare al romanzo più famoso della scrittrice inglese Mary Shelley, Frankenstein, il più grande mito gotico di tutti i tempi.