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I detenuti chiamano Milan e Inter
Del 09/10/2013 di Ivan Filannino - Parla Nazzareno Prenna, allenatore della squadra di calcio del carcere di Bollate.

Stefano in porta, Momo gioca un po' in difesa e un po' in attacco, le ali sono i due piccoletti Gigi e Vittorio, Loris davanti, fascia da capitano a Dritan. Questa non è una squadra come le altre, è la Seconda Casa Reclusione di Bollate, rappresentativa del carcere in provincia di Milano, unica casa di reclusione in Europa ad avere una squadra di calcio iscritta ad un campionato agonistico esterno alle mura circondariali.
A guidare la squadra dalla panchina c'è sempre Nazzareno Prenna, amatriciano d'origine e milanese d'adozione, che undici anni fa ha contribuito a fondare la squadra del carcere diventandone l'allenatore. L'unico non detenuto a poter far parte del gruppo.
"Siamo all'ottavo campionato FIGC - ci spiega il professore di educazione fisica - balliamo tra seconda e terza categoria. Quest'anno siamo in terza e siamo partiti bene con due vittorie in tre partite. La nostra è una bella realtà, dobbiamo ringraziare la direzione del carcere e il Provveditorato che ci hanno dato fiducia e ci hanno permesso di iniziare questo progetto. Quando giochiamo il clima è sempre disteso, anche gli agenti penitenziari tifano per noi".
Nazzareno non è solo l'allenatore, ma anche un amico e un punto di riferimento per i detenuti: "Ogni domenica faccio fatica a fare le convocazioni, cerco di dar spazio a tutti anche perché per molti uscire dal carcere per una partita in trasferta è l'occasione per vedere i parenti sugli spalti. Abbiamo una rosa di circa trenta giocatori, facciamo tanto turn over anche perché non conta solo il risultato sportivo".
Come tutte le piccole squadre, però, anche la Seconda Casa Reclusione ha i suoi problemi: "I giocatori devono pagarsi da soli il materiale sportivo e non è sempre semplice trovare i soldi per iscriverci al campionato".
Per questo Nazzareno lancia un appello: "Milan e Inter potrebbero fare un bellissimo gesto dandoci una mano. Se hanno scarpe, magliette, palloni che avanzano a noi farebbero comodo, inoltre i miei ragazzi sarebbero al settimo cielo se un campione di Serie A venisse a trovarli per fare due palleggi con loro".
Un messaggio che speriamo arrivi presto alle orecchie dei diretti interessati, magari a uno come Mario Balotelli che in passato si è più volte dimostrato sensibile a certe problematiche sociali.