Erri De Luca, la scrittura come la vita

Sono molte le scuole di pensiero che sostengono che prima di scrivere, si dovrebbe vivere molto e intensamente: Erri De Luca ne è la prova. Osannato da critica e pubblico fin dalla sua comparsa sulla scena letteraria italiana, ha pubblicato il primo libro – Non Ora, Non Qui – nel 1989, a quasi quarant'anni.

Prima di allora era stato esponente di Lotta Continua, muratore, camionista, magazziniere e autista di convoglio umanitari durante la guerra nella Ex-Jugoslavia, aveva studiato l'ebraico antico per tradurre passi della Bibbia e, in generale, aveva attraversato paesi ed esperienze acquisendo quello spessore inconfondibile che ritroviamo nella sua scrittura.

Lo stile di De Luca potrebbe essere descritto con aggettivi adatti a tratteggiare oggetti concreti: è solido, spesso, spigoloso, fragrante, antico, indistruttibile e rassicurante.

Nell'ultima opera La Doppia Vita Dei Numeri, lo scrittore sperimenta una nuova forma letteraria (il testo teatrale), riuscendo a trasporre perfettamente tutte queste caratteristiche nella suona nuova fatica. Il suo atteggiamento verso la scrittura è semplice e disincantato, tanto quanto il suo atteggiamento verso la vita è impregnato di ammirazione e reverenza, di una passione senza riserve e del rispetto atavico, che si deve alla potenza della vita, alle manifestazioni della natura e all'immutabilità della storia.