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Enrico Baj, intellettuale "nucleare"
Del 22/08/2013 di Lucia Conti - Collabora con Marcel Duchamp e si lascia influenzare dal teatro e dall'espressionismo astratto, dalla Patafisica e dal Surrealismo.
Enrico Baj è un artista italiano che si segnala anche per aver illustrato testi classici e moderni della migliore letteratura, oltre che per aver fondato o aderito a movimenti di pensiero che hanno fatto la storia dell'avanguardia. A questo proposito va menzionata la sua collaborazione con le riviste "Il Gesto", "Boa" e "Phases", ma anche la pubblicazione di diversi libri tra i quali "Patafisica", "Automitobiografia", "Impariamo la pittura", "Fantasia e realtà" con Guttuso ed "Ecologia dell'arte".
Ha rapporti di proficua interazione con André Breton eRaymond Qeneau, ma anche con Umberto Eco ed Edoardo Sanguineti.
Dopo la seconda guerra mondiale si laurea in giurisprudenza e contemporaneamente studia all'Accademia di Belle Arti di Brera. La sua prima personale risale al 1951, in quella Milano che lo ha visto nascere e in cui fonda insieme a Sergio Dangelo il "Movimento della Pittura Nucleare", che si propone di abbattere i limiti di una pittura diventata mera autoclebrazione accademica e che riconduce la bellezza all'interazione tra cariche elettriche e particelle subatomiche, assegnando all'arte il volto dall'espressionismo astratto.
Nel 1953 fonda il "Mouvement International pour un Bauhaus Imaginiste", che avrà come naturale sviluppo gli "Incontri internazionali della ceramica", a cui prenderà parte, tra gli altri, anche Lucio Fontana.
Usa tecniche diverse, dal dripping ai collage realizzati mescolando alla pittura bottoni, medaglie e passamanerie, realizza puzzles tridimensionali, si avvicina al teatro, si fa influenzare dal Dadaismo e dal Surrealismo, è senza dubbio un intellettuale vivacissimo e straordinariamente ricettivo.
Alle soglie degli anni Sessanta espone per a prima volta a Londra e nel 1962 sbarca a New York, dove partecipa alla mostra "The Art of Assemblage" e incontra Marcel Duchamp. Nello stesso anno firma il manifesto "Contro lo stile".
Segue una parentesi parigina, che lo porterà a diventare membro del "Collège de Pataphysique", mentre nel 1964 la Biennale di Venezia gli affida una sala personale. Contemporaneamente Baj espone anche alla Triennale di Milano.
Una delle sue opere più note è senz'altro "Funerali dell'anarchico Pinelli", rielaborazione italiana del celebre "Guernica"di Picasso. L'opera mette in rilievo l'impegno sociale e civile dell'artista e rappresenta la tragedia di cui parla con toni grotteschi, mescolando al senso del dolore quello dell'assurdo.