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Timur Vermes l'esordio che infrange il più grande tabo
Del 12/07/2013 di Angela Fiore - Da ghostwriter a re delle classifiche europee
Giornalista e ghost writer (prevalentemente autore di biografie), Timur Vermes non aveva in mente di scrivere un libro e tantomeno di diventare il caso letterario più discusso degli ultimi anni: al contrario, ammette candidamente di aver scritto il suo romanzo d'esordio (o almeno il primo firmato col proprio nome) Lui è Tornato, per via di un errore.
Durante un viaggio in Turchia, Vermes aveva visto su una bancarella un'edizione inglese del "secondo libro di Hitler" e, ritenendo che Hitler avesse scritto solo il Mein Kampf, aveva ritenuto che si trattasse di un falso e aveva pensato "se è così, posso benissimo scriverlo io il terzo!". Il più rapido successo letterario degli ultimi anni è nato, quindi, quasi per sbaglio.
Poco incline alla promozione personale, Vermes non si sottrae alle responsabilità che le provocazioni lanciate dal suo romanzo implicano. L'intento, spiega, non era certo quello di umanizzare la figura del dittatore, quanto piuttosto quello di indagare i meccanismi che portano al consenso per le idee più pericolose anche attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Il pericolo del grande potere seduttivo dei media, specialmente se posti al servizio di fini totalitari e sinistri, è il tema centrale della riflessione di Vermes.