Il Mastino dei Baskerville

Il Mastino dei Baskerville

Una delle più celebri storie di Sherlock Holmes

Il Mastino dei Baskerville

Il personaggio e l'intero universo di Sherlock Holmes, creati da Conan Doyle alla fine del XIX secolo, rappresentano un archetipo letterario ormai fondamentale della cultura moderna.
Ciclicamente l'influenza di questo capolavoro della letteratura inglese, torna a farsi sentire nella produzione televisiva e cinematografica e, mai come negli ultimi anni, Sherlock Holmes è tornato al centro dell'attenzione del pubblico mondiale grazie a film e serie tv di grande successo. Sull'onda di questo rinnovato interesse, Bur torna a pubblicare quello che è forse il più celebre fra i romanzi della saga: Il Mastino dei Baskerville.

Una delle caratteristiche che distinguono questo libro dagli altri, è il fatto che Holmes entri in scena a narrazione inoltrata, lasciando la ribalta all'amico Watson per tutta la prima parte del libro.

La maledizione che perseguita la casata dei Baskerville, sotto forma di un cane enorme e sanguinario che uccide tutti i membri della famiglia, sembra inspiegabile e invincibile. La capacità di applicare una logica ferrea in ogni situazione, si rivelerà l'unico modo di affrontare qualunque "mostro", reale o immaginario.

In un certo senso, questo romanzo riassume l'intera filosofia del maestro della deduzione: la razionalità e la capacità di osservare sono le migliori armi delle quali un essere umano possa disporre, mentre l'irrazionalità, la superstizione e la paura dell'ignoto sono terribili trappole da evitare. Curiosamente, molti anni dopo, lo stesso Conan Doyle rinnegò quasi del tutto questa filosofia, interessandosi di spiritualismo e soprannaturale e rompendo la lunga amicizia con l'illusionista Harry Houdini, perché rifiutava di accettare che le sue performances fossero frutto di abili trucchi e non di veri poteri magici.