La Grande Bellezza

La Grande Bellezza

La sceneggiatura dell'ultimo film di Paolo Sorrentino

La Grande Bellezza

Chiunque abbia letto Hanno Tutti Ragione - il primo romanzo di Paolo Sorrentino - non può non aver pensato che il regista di Le Conseguenze dell'Amore e This Must Be The Place non ha ancora espresso sullo schermo la gamma completa delle proprie potenzialità, che esplodono invece gloriosamente sulla pagina.

La pubblicazione della sceneggiatura de La Grande Bellezza ci offre la possibilità di assistere a uno scatto in avanti in questo senso, ma anche alla congiunzione di due mezzi espressivi in un'unica personalità artistica. Non è particolarmente comune che le sceneggiature dei film vengano pubblicate (e soprattutto lette) come normali libri di narrativa e, nella maggior parte dei casi, la scarna indicazione dell'azione scenica, privata dell'interpretazione degli attori, può risultare poco navigabile al lettore abituato alla narrativa: non è questo il caso.

La Grande Bellezza si legge come un romanzo, perché Sorrentino non scrive solo per accompagnare l'occhio, ovvero la macchina da presa, ma anche il pensiero. Quello che vedremo sullo schermo, per esempio, è una scena convulsa di gente che balla felice al ritmo di un motivetto sudamericano, ma quello che Sorrentino ci invita a notare a parole è che la felicità di questa gente "mette paura". Una cinquantenne appare nell'inquadratura in jeans e senza trucco, con un'aria normale, ma scopriamo che quell'aria normale "sottende una perfidia da intellettuale incompresa".

Sorrentino è un maestro dei ritratti: meravigliosi esseri umani capaci di grandezza e di viltà sbucano a ogni angolo e ci attirano prepotentemente nella narrazione, come dovrebbe avvenire in ogni buon libro.