La morte di Bunny Munro

La morte di Bunny Munro

Piccola epopea di un commesso viaggiatore ossessionato dal sesso e inseguito dalla morte

La morte di Bunny Munro

"La morte di Bunny Munro" ha i ritmi frenetici di un viaggio "on the road" che vede il protagonista, venditore porta a porta di prodotti di bellezza ed erotomane accanito, "battere la strada" per l'ultima volta e incontrare, alla fine della corsa, il suo destino.

Letteralmente ossessionato dalle donne e dalla vagina, Bunny tradisce ripetutamente sua moglie, che all'inizio del romanzo si uccide per rabbia e per disperazione e lascia suo figlio in auto ad aspettare per ore perché "la prima virtù di un venditore è la pazienza".

Con la stessa rapidità si affastellano nella sua mente ricordi di un'infanzia squallida, immagini inquietanti della moglie morta e del padre divorato dal cancro, visioni ricorrenti della vagina di Avril Lavigne, evocata come un amuleto, aggiornamenti televisivi sui delitti di un serial killer mascherato e un presentimento sinistro che non lo abbandonerà mai.

Patetico, decisamente disgustoso, Bunny Munro è un uomo imbarazzante che ha l'inutile fortuna di riuscire naturalmente simpatico, alle clienti (almeno quelle che non lo prendono a pugni), a suo figlio, che lo vede inspiegabilmente come una specie di eroe e infine al lettore, che non riesce a reprimere una fitta di simpatia per questo disperato dal ciuffo impomatato, la cravatta a fumetti e una Lambert & Butler sempre in bocca.
Non che questo cambi qualcosa nella predestinazione tragica degli eventi, evocata sin dalla prima pagina del romanzo.

Alla fine infatti non saranno un repertorio di gag da piazzista o l'aura mistica della vagina di una popstar a preservare Bunny dall'inesorabile corso degli eventi e tutto si concluderà all´improvviso, in una sordida ed inutile epifania, epilogo di una piccola storia meravigliosamente raccontata.