- Locali Milano
- »
- Librerie Milano
- »
- Libri Milano
- » Milano è bella a piedi
Milano è bella a piedi
- Franco Fava - Marilea Somarè
- EDITOREMilanoExpo
- GENERERacconti di viaggio
- DATA DI USCITA12/04/2012
- PREZZO€ 10,00
Milano è bella a piedi
«I l primo aprile dove ti mandano tu non andare» ammoniva un apposito proverbio (oggi estensibile a ogni giorno dell' anno). Incalzato dall' altro, di stagione, che intimava: «aprile non ti scoprire». Ma forse, in queste giornate così tiepide, possiamo lo stesso scoprirci almeno un pò (toh chi si rivede, un gomito, un ginocchio), tanto anche sudare fa male, e andiamo, andiamo dove ci pare, non ce lo ripetono forse tutti i medici - dal cardiologo al dietologo al geriatra - che camminare fa bene? Anche il caro Tabucchi, dopo un anno intero trascorso, da ragazzino, inchiodato a un letto, era diventato un gran camminatore della sua campagna toscana, della sua Lisbona, dell' ovunque, e camminando «aria, mi riconosci tu?...» le chiedeva (con Rilke). Allora fuori, liberi tutti, tutte le strade portano dove vogliamo. Con magari in tasca l' assai utile «Milano è bella a piedi» (del compianto Franco Fava e di Marilea Somarè, ed. Milanoexpo), che pesa solo due etti, come il prosciutto. Rientrati a casa, stanchi morti, possiamo continuare la gita in pantofole, in poltrona, aprendo il celebre racconto di Robert Walser «La passeggiata»: «Un mattino, preso dal desiderio di fare una passeggiata, mi misi il cappello in testa, lasciai il mio scrittoio o stanza degli spiriti, e discesi in fretta le scale, diretto in strada....». Appena fu giù, nella strada baciata dal sole, il mondo gli apparve bello, come nuovo. E l' aria un' aria buona, quasi affettuosa. E dire che fino a poco prima, chiuso tra quattro mura, se ne era stato lì, seduto tetramente davanti a qualcosa. Quante volte l' abbiamo provato. Come se le pareti amiche si trasformassero in nemiche, come se qualcuno ci avesse disegnato cime di colline e da lì spuntassero indiani su indiani (i creduti cattivi della nostra infanzia) nell' atto di scoccare contro di noi frecce su frecce, una più dolorosa dell' altra: la freccia del futuro chissà cosa sarà di me, e del bel passato che non torna più, e della guarnizione che perde e ti martella la testa tac tac, e del dubbio tarlo quella medicina farà bene farà male? Un assedio da stendere per terra un toro. Ma poi basta scendere due rampe di scale, e «mestizia dolore e tutti i pensieri cupi» si allontanano come nuvole . Ci ha sfiorato le guance la A di aprile, la custode ha pronunciato la formula magica «buona giornata», in una vetrina si specchiava un albero, l' edicolante ci ha fatto una specie di sorriso. Rientrati, la casa ci pare tana sicura, dalle pareti tutti gli indiani sono spariti (che poi erano loro i buoni) e domani sarà quel che sarà.
Vivian Lamarque
Ultime notizie
Libri consigliati-
Le ciccionate
Di: Francisco
Mangia quello che vuoi quando vuoi grazie ai consigli di Francisco e Paolo Quilici. -
I Cowboy Non Mollano Mai
Di: Max Pezzali
La Mia Storia. Autobiografia di Max Pezzali