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Cinquanta articoli sui libri preferiti da Alessandro Baricco

Una Certa Idea di Mondo

Alessandro Baricco, Una Certa Idea di Mondo
  • Alessandro Baricco
  • EDITOREFeltrinelli
  • GENERESaggistica
  • DATA DI USCITA17/04/2013
  • PREZZO7,00
Descrizione

Una Certa Idea di Mondo

Cinquanta libri secondo Alessandro Baricco

Recensione

Una Certa Idea di Mondo

Alessandro Baricco ha un talento più unico che raro: quello di trasformare una persona per bene in Vittorio Sgarbi. Se da un lato si può obiettare che Baricco è forse l'unico scrittore italiano la cui popolarità sia comparabile a quella dei più noti protagonisti dei talent televisivi, dall'altro si può constatare come i suoi libri contengano più o meno lo stesso numero di congiuntivi di una puntata media di X-Factor.

Con Una Certa Idea di Mondo lo scrittore torinese torna a calarsi nei panni del "professore simpatico", quello che in Pickwick - programma televisivo del 1994 - banalizzava i classici della letteratura partendo dall'arrogantissimo (e forse non del tutto fallace) assunto che il suo pubblico fosse composto da individui dalla scarsa capacità di concentrazione, incapaci di accostarsi a un libro che non fosse stato premasticato, predigerito e ridotto alla complessità lessicale delle istruzioni di un tostapane.

Una Certa Idea di Mondo consiste di cinquanta articoli dedicati ai cinquanta libri più significativi letti da Baricco negli ultimi dieci anni. L'intento in sé è assolutamente nobile: diffondere l'amore per la cultura, far nascere in altri il desiderio di immergersi in un libro per trarne piacere e conoscenza. Nel capitolo dedicato a Le Radici del Romanticismo di Isaiah Berlin, Baricco illustra il senso della buona divulgazione in questi termini: "sciogliere l’erudizione nel fluire di una narrazione e disegnare mappe in cui la complessità diventa leggibile, ordinata e bella. Non è che ci riescano in molti, a farlo, e questo spiega perché si preferisca spesso credere che sia una cosa impossibile." La prima osservazione che ne deriva è che la lettura di questo e altri libri non abbia particolarmente giovato al Giovanni Allevi della letteratura italiana (e, a giudicare dall'uso della punteggiatura, neanche al suo correttore di bozze).

I devoti, indubbiamente, apprezzeranno questo libro come hanno apprezzato i precedenti, sostenendo probabilmente che il fascino di Baricco risieda proprio nella sua allegra noncuranza delle più elementari regole della sintassi italiana. Per tutti gli altri resta il conforto di poter attingere a fonti assai migliori in materia di critica letteraria e anche il piacere di poter continuare a leggere Isaiah Berlin, William Faulkner, Yasunari Kawabata, Charls Dickens, Truman Capote e molti altri: dopo tutto non è colpa loro se sono stati letti anche da Baricco.

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